venerdì 13 gennaio 2012

Un esposto in Procura per il "disastro ecologico" di Malpensa

Il Comune di Casorate Sempione presenterà l'atto domattina alla Procura di Busto: si parla di "conclamata e ingiustificata inerzia" di fronte agli allarmi per la salute. Sotto accusa il rumore, ma soprattutto le sostenze cancerogene


Parte da Casorate Sempione l'esposto alla magistratura sull'impatto ambientale dell'aeroporto di Malpensa: martedì mattina sarà depositato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio. Quasi una extrema ratio, quella scelta dal Comune a due passi dalle piste di Malpensa, il cui abitato viene sorvolato dagli aerei in virata dopo il decollo: «Otto mesi fa - dice il vicesindaco Tiziano Marson, confermando le indiscrezioni sull'esposto - avevamo spiegato che era aperta anche la possibilità di ricorrere alla magistratura. In questi mesi abbiamo chiesto alle varie autorità informazioni e verifiche: ad oggi abbiamo avuto solo qualche contatto con le ASL, ma non si è arrivati a nessun risultato concreto».
 L'esposto per il "disastro ambientale" (come lo definì un documento riservato del Corpo Forestale dello Stato, scovato dal Fatto Quotidianotira in ballo tutte le autorità territoriali e aeroportuali: Enac, Enav, Regione Lombardia e Arpa, ma anche il gestore aeroportuale, la SEA. Il vicesindaco Marson spiega che la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto alla presentazione dell'esposto è stata «la ripresa dei voli notturni»: «La notte si sente il rombo degli aerei, proprio sopra al paese: noi vorremmo avere i dati precisi sul rumore e i tracciati radar che dicono se sono rispettati o meno».

Da sempre il rumore è l'aperto più evidente della presenza dell'aeroporto, in passato diede origine a contrapposizioni tra piemontesi e lombardi, ma anche tra gli stessi Comuni del Varesotto. Oggi però l'approccio localistico è stato in gran parte superato, tanto che anche Comuni di "seconda fascia" (non direttamente confinanti, né aderenti al CUV) hanno chiestoverifiche sul rumore, come nel caso di Gallarate, che è toccata dalla rotta in virata stretta dopo il decollo (nata in origine per i lenti turboelica, che in questo modo "liberavano" prima le altre rotte di decollo) che viene sfruttata per ridurre l'impatto sui Comuni a Nord dell'aeroporto. L'esposto di Casorate parla di «totale disinteresse da parte delle istituzioni» e spiega che «nonostante le continue richieste risulta impossibile ottenere un costante monitoraggio dell’inquinamento acustico».

Nell'arco di quasi quindici anni, però, ha iniziato ad emergere in modo più forte la coscienza dell'inquinamento atmosferico, invisibile ma più pericoloso, che tocca sia un'area di grande pregio naturale come la Valle del Ticino, sia una zona densamente urbanizzata. Prima la "sentenza Quintavalle" ha 
fatto emergere con chiarezza i danni ai boschi e all'ecosistema, poi è venuto alla luce il superamento di vari parametri di legge: lo studio commissionato dal Comune di Casorate Sempione ha dimostrato l'esistenza di livelli molto più alti del consentito per varie sostanze inquinanti, come dibenzopirene, dibenzoantracene, naftalina. Prodotti che in gran parte derivano dalla combustione dei carburanti usati in aeronautica. «I medici – si legge nell'esposto, che è firmato dal sindaco di Casorate Giuseppina Quadrio e dal legale dell'ente comunale – hanno rappresentato l’esistenza di un aggravamento delle condizioni di vita e delle pericolosità ambientali connesse all’inquinamento atmosferico legato all’aeroporto di Malpensa, individuando negli agenti inquinanti presenti nell’aria, cause specifiche di aumento del rischio di contrarre malattie oncologiche seriee difficilmente curabili». 

E di fronte alla definizione di "disastro ecologico" che viene da un corpo dello Stato (definizione esplicitamente richiamata), l'esposto parla di «conclamata ed ingiustificata […] inerzia, dolosa, delle Istituzioni aeroportuali (Sea, Enac, Enav, ministero dei Trasporti, ministero dell’Ambiente e ARPA)»: «nulla (o davvero molto poco) si è fatto in materia di riduzione dell’impatto ambientale connesso a Malpensa e a tutela della popolazione e dei paesi limitrofi all’attività aeroportuale». Nel documento si richiamano anche gli obblighi del cosiddetto "Decreto D'Alema" del 1999: avevano scadenza gennaio del 2000 ma secondo il Comune non sono mai stati rispettati. L'esposto denuncia è a carico di «tutti i soggetti che [la Procura] vorrà o potrà individuare affinché vengano perseguiti e sanzionati tutti i comportamenti commissivi od omissivi, dolosi o colposi».





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